Triestina trapiantata a Palermo all'età di 10 anni la sua vita viene totalmente segnata da questo paese, dalla mancanza di libertà e dalla mancanza di un futuro, già stabilito come tutte le donne del sud. Si sposa, ha dei figli la sua vita va come deve andare fino ai suoi 36 anni, fino a quando il suo io si ribella. Lascia il marito e va a lavorare presso un giornale di Milano dove oltre ai suoi articoli le richiedono foto. A Milano comincia la sua vera vita, la vita da fotoreporter, e torna a Palermo.
"Perchè non ho mai fotografato la bellezza?" si chiede Battaglia, "Che cos'è la bellezza? Un Barocco? Un bel cielo? Ma se sotto c'è una creatura insanguinata o un ragazzo che spaccia non posso fotografare la bellezza"
Questa domanda che si pone la Battaglia spiega in breve il suo essere, la sua controversia tra quello che ha fotografato e il rapporto "Amoreamaro" con la sua Palermo dalla quale scappa ma ritorna.
Guarda Palermo attraverso il suo obiettivo, come una madre fa con un figlio. Forse è proprio questo sentimento che la spinge a raccontare attraverso la fotografia gli orrori della mafia nella sua città affinché nessuno girasse la testa dall'altra parte.
Durante il documentario racconta di tutti quei morti da prima sconosciuti e poi.... politici, gente che "stava cercando di fare del bene, stava cercando di cambiare le cose...." dice la Battaglia con una punta di amarezza soprattutto ripensando a Falcone!
Quello che più mi è piaciuto è stato vedere il rapporto che ha con le donne. L'essere donna era sinonimo di restrizioni e invece Battaglia sfrutta questo per insinuarsi in situazioni riservate in cui l'uomo non era ben accetto, "rubando" scatti unici carichi di sentimenti ed emozioni privati!
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Mamma di Peppino Impastato |
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Rosaria Schifani |
je veux les sodomisers
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